GRANDI PARTITE DIMENTICATE : FAIRS CUP FINAL 1970


Una discreta fila di successi mancati e annate che andavano dall' appena accettabile al mediocre e deludente, avevano caratterizzato l'andamento dell' Arsenal per tutto il corso degli anni '60 vissuti all'ombra delle forze emergenti del nord-ovest: Manchester United, Leeds e Liverpool, dei rivali locali: Tottenham e persino del Chelsea attestatosi su ottimi livelli nei tardi '60s.
così quando la squadra si ritrovò, nell' aprile '70, a disputarsi la finale di Coppa delle Fiere, enormi aspettative si erano create intorno ai gunners e alla possibilità di mettere la parola fine al digiuno di trofei che durava da ben diciassette stagioni. Campioni  d'Inghilterra ne 1952/53, era questo l'ultimo trofeo messo in bacheca dai biancorossi. Nessuna apparizione in ina finale di FA Cup dal 1952, persa contro il Newcastle e in aggiunta due sconfitte in altrettante finali, consecutive: nel '68 ad opera dell'allora onnipotente Leeds United (1-0) e nel '69 quella catastrofica contro il misconosciuto, ancorchè epico Swindon Town, terza divisione.
Nessuno si sorprese quindi, quando il capitano McLintock disse che: "Sentivamo la pressione delle aspettative. Le grandi squadre dell'Arsenal del passato , quelle di Chapman, di George Allison o Tom Whittaker, avevano tutte vinto tanto, mentre io e i miei compagni passavamo da una delusione ad un'altra.
E in effetti, anche quella stagione 1969/70 si rivelò mediocre per i biancorossi: dodicesimi in campionato, eliminati dall'Everton (1-0) a settembre dalla Coppa di Lega, fuori al terzo turno dalla FA Cup (2-3) a Blackpool, ecco che la Coppa delle Fiere offrì loro un'occasione di riscatto.
Il 3-0 rifilato all'Ajax di Cruijff in semifinale, cui fece seguito un rovescio senza conseguenze (0-1) ad Amsterdam sembrò il miglior biglietto da visita da presentare all'altra finalista, il sorprendente Anderlecht dell'astro Van Himst.
La maledizione delle finali di coppa sembrò colpire ancora una volta i gunners dopo che al 70' della partita di andata a Bruxelles si ritrovarono sotto per 3-0. La prestazione dell'Anderlecht fu magistrale. Disse ancora il capitano McLintock: "Le squadre continentali non giocavano con l'aggressività cui eravamo abituati in Inghilterra. giocavano in modo più ragionato e paziente, facevano circolare la palla e talvolta prima di capire cosa stesse succedendo potevi ritrovarti sotto di due o tre gol." Esattamente quello che successe nella finale d'andata. 
Ad ogni modo ad una manciata di minuti dal termine il diciottenne Ray Kennedy, appena subentrato ad un'esausto Charlie George, riuscì ad infilare la porta belga con il suo primo tocco di palla, un colpo di testa, e a riaccendere una minima speranza per la partita di ritorno.


Nessuna squadra comunque era riuscita a ribaltare un 3-1 in precedenti finali europee, l’impresa si presentava ardua in ogni caso, in più le differenze emerse nella partita appena conclusa lasciavano molti dubbi sulle possibilità dell’Arsena. La qualità del gioco belga era apparsa nettamente superiore, Van Himst dirigeva con classe e autorità e il duo Mulder-Devrindt era un’autentico spauracchio.
L’atmosfera al rientro negli spogliatoi fu di generale abbattimento, lo stesso McLintock era deluso per aver probabilmente sprecato una rara occasione di vittoria, ma la carica motivazionale era comunque la sua dote migliore e così prima di uscire dagli spogliatoi del Parc Astrid fece un discorso ai suoi giocatori che entrò a far parte della mitologia di casa Arsenal. ‘Sapete che questi qua fanno schifo in realtà, gli daremo addosso la prossima settimana ad Highbury. Se ne staranno rintanati in difesa e noi li ammazzeremo! L’ingresso di Ray ci ha mostrato che sono vulnerabili sulle palle alte e che fanno fatica a difendersi sui cross, faremo un assalto senza quartiere’.
Il discorso ebbe un certo successo e nel giro di una settimana i giocatori biancorossi maturarono le proprie convinzioni passando a pensare di essere in grado di ribaltare il risultato.
L’ambiente fu colto da un fervore incredibile e l’atmosfera in quella sera del 22 aprile viene ancora ricordata come la miglior serata di Coppa nella storia del Club. Stadio pienissimo a più di un’ora dall’inizio dell’incontro, oltre 55.000 sostenitori pigiati all’interno del vecchio e affascinante impianto, altre migliaia chiusi fuori a riempire le stradine circostanti sotto una pioggia sferzante. 
Negli spogliatoi Bertie Mee ricordò alla truppa l’importanza della partita, per il club, per le loro carriere e per i tifosi ammassati in numero incredibile dentro e fuori dallo stadio.
Don Howe al tempo assistente chiarì poi la tattica: ‘Dobbiamo intimidire i loro due attaccanti, vanno marcati duro, agite con decisione e rapidità. Non date spazio a Mulder, se lasciate che vi punti palla al piede vi dribbla tutti.Good luck gentlemen’.
L’entrata in campo fu accompagnata da un boato immenso della folla assiepata sulle vecchie gradinate che rilasciò vibrazioni forti. La squadra ne trasse coraggio ed energie fino ad allora sconosciute e si lanciò alla ricerca della rimonta: due gol da segnare senza concederne alcuno, e vincere la Coppa delle Fiere grazie al gol in trasferta. 
La prima occasione è per l’Arsenal, su cross dalle retrovie di Radford, Graham colpisce di testa e Trappeniers blocca a terra. Poi è Van Himst con un tiro da dentro l’area a impegnare Wilson che però blocca facilmente. 
Si prosegue su un campo allentato dalla pioggia, l’Arsenal da più ritmo , al 25’ su angolo di Armstrong la palla giunge a McLintock in area, marcato scarica all’indietro su Kelly appostato fuori area che controlla, si libera di un avversario e infila una bordata da 20 metri a mezza altezza vicino al palo, il portiere resta fermo, Highbury esplode, 1-0!
Alcuni minuti più tardi è George dopo un’azione insistita a mangiarsi un gol da due passi, Trappeniers riesce a salvarsi in angolo. Sull’azione seguente il calcio d’angolo la difesa belga si salva con affanno dopo due colpi di testa. Ispirati dalle parole del capitano, i gunners non lasciano respiro agli avversari, il dominio è costante ma si va al riposo sull’ 1-0.
La ripresa si apre con un’azione degli ospiti con il temutissimo Mulder che salta due giocatori e libera splendidamente Devrindt, il suo tiro è parato da Wilson. La battaglia continua, gli inglesi non mollano la presa, il campo è sempre più pesante e i difensori belgi cominciano a sentire la stanchezza, George continua le sue incursioni controllato a fatica da Kialunda che non disdegna le maniere forti, che comunque ben si addicono al centravanti di casa. Mezz’ora di giocco nel secondo tempo e il risultato è inchiodato ancora sull’ 1-0, serve almeno un altro gol. Al 75’ George si libera a fatica del marcatore e serve Graham in posizione di mezzo sinistro, Graham controlla e serve largo all’accorrente  McNab che crossa in corsa sul secondo palo, sulla palla si avventa Radford che insacca prepotentemente di testa nella porta sotto il North Bank che esplode, il pubblico ‘frana’ in avanti , accorrono i compagni che abbracciano Radford con la folla protesa verso i giocatori trattenuta a stento dai bobbies, lo stadio è una bolgia. 
I giocatori belgi si avviano a centrocampo a testa bassa, il gioco riprende l’Anderlecht reagisce e Mulder nell’unica vera occasione presentataglisi fa correre un brivido lungo la schiena di tutti gli spettatori, libera un gran tiro che però su stampa sul palo. Sul rimpallo McNab riconquista la sfera per gli inglesi e lancia lungo su George che controlla, si gira, dribbla un avversario e apre alto sul lato opposto del campo, saltano in due ma il difensore dell’Anderlecht sbaglia il tempo e la palla viene controllata dall’accorrente Sammels, che entra in area e spara un fantastico diagonale basso che pesca l’angolino, 3-0 lo stadio è in tripudio, la gioia esplode anche nelle strade circostanti, due gol in minuto e risultato fissato adesso sul 3-0. Per rientrare in gioco l’Anderlecht deve segnare almeno un gol, ma i giocatori belgi accusano il colpo ed è ancora l’Arsenal ad andare vicino al gol con Radford che colpisce di testa su angolo, Trappeniers respinge sulla riga e un compagno spazza lontano. Un’ultimo sussulto ber i bianco-malva su lancio lungo dalle retrovie scatta Van Himst che però viene anticipato dal portiere. Sul rinvio di Wilson, il Sig. Kunze decreta la fine dell’incontro.
Frank Mc Lintock riceve la Coppa delle Fiere in una frettolosa premiazione sul campo e viene travolto da una gigantesca invasione dei tifosi riversatisi sul terreno di gioco dal North Bank e dalla Clock End,quindi insieme ai compagni viene portato in trionfo da una folla estatica e festante. 
Finalmente un trofeo, dopo 17 anni.
Uno dei protagonisti della serata, George Graham, disse che fu proprio quella vittoria a segnare il cambio di direzione nelle fortune del club e che la sicurezza acquisita quella sera fu alla base per la straordinaria stagione successiva, che vide l’Arsenal trionfare in campionato ed in FA Cup completando il primo storico ‘double’ per il Club di Avenell Road. Coincidenza non da poco, George Graham fu anche protagonista del trionfo in campionato dell’Arsenal nella stagione 1988/89 (ottenuto con l’incredibile vittoria a tempo scaduto ad Anfield Road in una partita di recupero giocata quando tutte le altre partite erano già state giocate e che in realtà fece da spareggio) e che pose fine alla mancanza di vittorie in campionato proprio da quel 1971.
Conservo tra i miei più cari souvenir calcistici l’autografo di John Radford che segnò quella sera il gol del 2-0.

Londra, Arsenal Stadium, Highbury, 22 aprile 1970
Coppa delle Fiere 1969/70, Finale – Partita di ritorno

Arsenal:  Wilson; Storey, McNab; Kelly, McLintock, Simpson; Armstrong, Sammels,  Radford,                      George, Graham     All.  Bertie Mee

R.S.C. Anderlecht:  Trappeniers; Heylens, Maartens;  Nordahl, Velkeneers, Kialunda; Desanghere, Devrindt, Mulder, Van Himst, Puis       All. Pierre Sinibaldi

Reti: 25’ Kelly (A), 75’ Radford (A), 76’ Sammels (A)
Arbitro: Gerhard Kunze (DDR)
Spettatori: 51.612
Note: Serata fredda, pioggia, campo allentato.



 

Commenti

Posta un commento

Post più popolari