SK RAPID WIEN 1940/41
Seconda
parte della rassegna “Il piede in due scarpe.”
Il
periodo è lo stesso della prima; il motivo, sotto sotto, anche. La Germania
nazista e le sue mire espansionistiche (eufemismo).
Nel
marzo del 1938, la Germania nazista, sotto la spinta della visione di Hitler di
una Germania allargata, dal Reno ai Carpazi e oltre, completava la seconda
sfida alle potenze vincitrici del primo conflitto mondiale annettendosi
l’Austria (Anschluss) e installandovi un governo fantoccio composto dai nazisti
locali.
Il
campionato austriaco 1937/38 fu comunque concluso, lo vinse il Rapid Vienna.
Si
giocava però, stranamente, a calcio anche in Germania fin da fine ‘800 e,
altrettanto stranamente, la pratica venne mantenuta dal 1933 in avanti. I nazisti anzi riformarono la struttura del
calcio tedesco che diventò se possibile, più articolato e complicato di quanto
già non fosse; sicuramente ne valutarono la popolarità ritenendola un
formidabile veicolo propagandistico già in essere e che andava solamente
mantenuto e, naturalmente, controllato.
Caratterizzato
da un dilettantismo assoluto, il calcio tedesco era governato dalla federazione
(DFB) la quale era presente sul territorio tramite i comitati regionali, veri e
propri baluardi della sportività e del dilettantismo.
Per
questo motivo il campionato era diviso in una serie di Oberlighe regionali le
cui vincenti spareggiavano poi su scala nazionale per l’assegnazione del titolo
di Deutschemeister. La teoria, neanche sbagliata, era che i campionati a
livello locale fossero meno impegnativi dal punto di vista del tempo da
dedicarvi e dei costi da sostenere, ergo non vi era necessità che i giocatori
diventassero professionisti e i club e i tesserati potevano venir controllati,
e lo erano col solito rigore teutonico, con più facilità.
La
fase finale in cui ci si trovava a dover affrontare squadre provenienti dai
quattro angoli del Reich veniva propagandata e vissuta come una serie di gite
premio per i più bravi.
I
nazisti mantennero il concetto ma aumentarono il numero di suddivisioni portandolo
a sedici, le Oberlighe erano sette, e le chiamarono Gaulighe. Qualcuno, tra i
nuovi dirigenti federali imposti dal terzo reich, fece un tentativo di
organizzare un girone unico nazionale con relativa introduzione del
professionismo ma le sezioni regionali della DFB rigettarono la proposta con un
furore e uno sdegno tali che c’è da chiedersi se i relativi dirigenti non
abbiano poi subito ritorsioni da parte dei nazisti, non saprei.
Il
Rapid Wien nel 1938 era uno dei club più prestigiosi e una delle squadre più
forti e vincenti d’Europa, britannici esclusi.
Trascinati dal formidabile
Franz ‘Bimbo’ Binder, uno dei più fenomenali attaccanti austriaci ed europei di
ogni tempo (1006 gol in 756 partite!), i ferrovieri facevano sfracelli in giro
per il continente da circa un decennio.
Era costui un corazziere
da 1,92m per 85 kg e benché un po lento e a volte impacciato, risultava
difficile da contenere; di testa era quasi insuperabile e aveva una facilità di
tiro con entrambi i piedi letale.
La nazionale austriaca
degli anni ’30, era conosciuta in giro come Wunderteam. Quattro erano i
titolari in pianta stabile di quella squadra forniti dal Rapid: i mediani Franz
Wagner e Josef Smistik, e i due
formidabili bombardieri Binder e Bican,un altro con numeri spaventosi, pur se quest’ultimo
passerà all’Admira nel ’37.
Fu una squadra, l’Austria,
che non ebbe ‘sta gran fortuna nel suo momento di maggior splendore. Perse solo
tre partite su trentuno tra il ’31 e il ’34, nelle quali andò a segno 101
volte, una delle quali a Londra dove cedette 4-3 a una manciata di minuti dal
termine, non dopo aver causato più di un mal di pancia ai padroni di casa e
avendo dato, a tratti, spettacolo. Li batteranno poi a Vienna nel ’36 gli
inglesi; nel ’31 avevano battuto la Scozia 5-0.
Si presentarono ai
mondiali del ’34 da favoriti, insieme ai padroni di casa che invece non avevano
mai incantato nessuno per lo stile del loro gioco, anzi; ma che vinsero quel
mondiale battendo proprio gli austriaci in semifinale. La differenza la farà un
gol di Guaita sul quale gli austriaci protestarono veementemente per una carica
sul loro portiere che non aveva trattenuto il tiro di Meazza. Questo ci poteva
stare, far-west nelle aree di rigore italiane negli anni trenta (e ancora oggi)
e arbitraggi casalinghi.
Quello che non ci doveva
stare, e che probabilmente neppure si sarebbero immaginati è che a toglierli di
mezzo per il mondiale successivo, al quale si erano qualificati, e del quale sarebbero
stati comunque tra i favoriti, fu la politica; abbiamo visto come.
Per colmo della beffa, i
migliori giocatori austriaci si ritrovarono a dover giocare nella Germania;
Binder ad esempio lo fece , trovava poco spazio con Meisl che gli peferiva
Sindelar, più tecnico, il quale invece rifiutò di giocare per i nazisti e fu
misteriosamente trovato morto nel suo appartamento.
Ad ogni modo, tutto quello
che ho riassunto a proposito della grandezza calcistica austriaca e del Rapid viene
dimostrata alla prova dei fatti immediatamente successiva all’ Anschluss che
comportò, calcisticamente, l’aggiunta
dei quarti di finale della Coppa d’Austria a quelli della Coppa di Germania.
Una volta terminata questa fase, in pratica un nuovo ottavo di finale, si
proseguì con i quarti di finale veri e propri con quattro squadre tedesche e
quattro austriache.
Il Rapid Vienna si sbarazzò facilmente del Fiat Wien e poi entrò
nella Coppa di Germania dove fece fuori nell’ordine: Waldhof Mannheim 3-2; 1.FC
Nürnberg (una delle due squadre tedesche dominanti all’epoca) 2-0; e infine il FSV Frankfurt per 3-1 nella finale di Berlino e si
aggiudicò clamorosamente, ma calcisticamente neanche tanto, la Coppa di
Germania.
Uno smacco per i nazisti,
o forse no; magari il capo della DFB era un tipo come Max Von Sydow in ‘Fuga
per la vittoria”….dubito.
Dal
1938/39 il campionato austriaco divenne quindi la diciassettesima Gauliga,
vinse l’ Admira Wien, il Rapid fu terzo, che quindi avanzò alla fase del
campionato tedesco arrivando fino alla finale dove venne disintegrata dal
grande Schalke 04 (l’altra squadra tedesca egemone di quel periodo) dei tempi
di guerra per 9-0.
Nel 1939/40 il Rapid
riprese il controllo del campionato e vinse la Gauliga Ostmark davanti al
Wacker SC. Proseguì poi la sua stagione nel Campionato Tedesco arrivando in
semifinale dove venne estromesso (1-2) dal
Dresdner SC dopo i tempi supplementari. Binder realizzò 50 gol
stagionali, uno sproposito; 32 in campionato, inclusi sei in una partita al
malcapitato NSTG Graslitz Praga.
I nazisti ovviamente non
vedevano di buon occhio i successi delle squadre austriache, vero che Hitler
aveva argomentato sull’unità di tutti i popoli tedeschi per giustificare i
carri armati nelle strade di Vienna, ma vero anche che la supremazia doveva
essere dei tedeschi veri e propri, e loro soltanto. Gli austriaci erano semmai
dei cugini, il problema qui era che giocavano a calcio molto meglio dei
tedeschi.
Sono numerose le
‘testimonianze’ dell’epoca sui favoritismi alle squadre tedesche in partite contro
squadre austriache in quel periodo, alcune delle quali gravi e smaccate.
Gli austriaci dal canto
loro sono dotati della stessa testardaggine e del medesimo spirito di
irriducibilità dei tedeschi, nonché del medesimo orgoglio. Questo, vedremo,
sarà decisivo nella parte finale di questa storia.
Il campionato tedesco di
quegli anni è quanto di più frammentato, complicato ed estenuante si possa
immaginare. Ho già detto del potere delle sezioni regionali della DFB che
tenevano in pugno la formula del campionato per far si che il professionismo
non riuscisse in alcun modo far breccia. In dettaglio quella della stagione
1940/41 che interessa la nostre vicende:
Prima fase: Quindici
Gaulighe a girone unico con un numero di partecipanti variabile tra sei e
dieci; cinque di queste a due gironi con finale locale. Partite di andata e
ritorno. Tutte le vincenti si qualificano alla fase nazionale.
Seconda Fase: Due Gruppi
da due gironi e due gruppi a girone unico con partite di andata e ritorno. Le
vincenti si qualificano alle semifinali.
Semifinali: gara unica in
campo neutro
Finale: gara unica in
campo neutro
Finale 3° e 4° posto: gara
unica in campo neutro.
Una maratona
interminabile, anche per chi ha sempre cercato di districarsi in mezzo a una
selva (oscura) di risultati.
La stagione del Rapid
prende il via il 3 novembre: avversario l’ Admira, che deve avere qualche
problema in difesa, vista la finale del ’39, e viene travolta 6-0. Poi due
sconfitte consecutive 1-3 casalingo contro il First Vienna e un’ inopinato
tombolone casalingo contro il Wiener Sport-Club. Resteranno le uniche due in
tutto il girone.
Ci saranno dei risultati
roboanti: 11-1 al Grazer AC; 9-0 e 11-3 al Linzer ASK; e alcuni eclatanti: un
pareggio 5-5 contro il FC Wien e una vittoria per 5-4 contro il Floridsdorfer.
Il Rapid vince la Gauliga
Ostmark con 28 punti davanti a First Wien e Wacker Wien appaiati al secondo
posto con 20. Bimbo Binder segna 27 gol in diciotto partite, il compagno
d’attacco Kaburek 19; in totale 82 reti segnate in diciotto incontri, 29 quelle
subite, una macchina da guerra, mi si perdoni l’inciampo.
Si qualifica quindi alla
seconda fase dove viene inserito nel gruppo 4 insieme a Kickers Stoccarda,
Monaco 1860 e VfL Neckarau.
Si riprende ad aprile
inoltrato così come si era finito, il Neckarau viene demolito a domicilio 7-0. Il girone non è comunque una passeggiata e la
settimana successiva i Kickers Stoccarda bloccano il Rapid sull’ 1-1 in casa,
davanti ad una folla strabocchevole di oltre 31.000 spettatori.
La visita a Grünwalderstraße
il sabato successivo divenne quindi molto importante per la classifica: con
entrambe le squadre appaiate a tre punti, una sconfitta avrebbe quasi
certamente compromesso il cammino di una delle due contendenti. Venne la
sconfitta, 2-1 per il Monaco 1860 che passò in testa alla classifica con cinque
punti a metà percorso.
Nel girone di ritorno il
Rapid infilò tre vittorie consecutive; regolando i diretti avversari bavaresi
all’ultima giornata per 2-0 davanti ad una folla record per il piccolo Pfarrwiese
di 35.00 spettatori e vinse il girone, complice anche il fatto che la settimana
prima i bavaresi avevano inopinatamente
perso in casa del Neckarau.
In semifinale se la vedrà
di nuovo con il Dresdner Sc che lo aveva eliminato l’anno prima e pure estromesso
dalla coppa, sempre in semifinale, a novembre.
La sfida è fissata per l’8
giugno a Bytom, oggi Polonia, lo stadio è gremito. Risolve una doppietta di
Binder che segna un gol per tempo nello stesso minuto, il 9’. Vittoria netta
per 2-0 che manda il Rapid alla finale per il titolo di campione tedesco per il
1941.
Finale fissata per il
giorno 22 giugno, stesso giorno in cui il führer lanciò l’assalto all’ Unione
Sovietica con l’Operazione Barbarossa. La finale ebbe un andamento analogo, per
i tedeschi, ma una durata molto più ridotta e nessuno si fece male.
Lo scenario non avrebbe
potuto essere migliore, l’Olympiastadion di Berlino, in tutta la sua
scenografica grandiosità architettonica tanto cara al regime, strapieno: 95.000
gli spettatori accorsi, tanti da Vienna.
Ad attendere il Rapid il
favoritissimo Schalke 04, la squadra più forte della Germania che, eccezion
fatta per il 1935/36, era ininterrottamente finalista dal 1932/33; cinque volte
aveva trionfato, due volte nelle ultime due stagioni. C’era di che
preoccuparsi.
In realtà non fecero
neanche in tempo a preoccuparsi perché i campioni in carica, ben decisi a
cogliere la terza affermazione consecutiva, nonché a sistemare la questione su
chi fosse migliore tra loro e i cugini austriaci, partirono a razzo e
all’ottavo minuto era già avanti 2-0 grazie a Hinz ed Heppenhoff.
Il Rapid non si scompose, la proverbiale
tenacia delle squadre austriache, tanto cara ai tifosi, consentì loro di
rimanere in partita. Quando il primo tempo stà per chiudersi senza altre
marcature l’arbitro concede un rigore al Rapid che Binder, proprio lui, sbaglia;
si va al riposo sul 2-0.
Nel secondo tempo la rete
di Hinz al 12’ mette quasi la parola fine sulla contesa: 3-0 per lo Schalke.
Tre minuti più tardi
Schors, sempre tra i migliori, accorcia per il Rapid. Fa 3-1 e manca mezz’ora; tanto in una partita se
pensi di avere ancora qualcosa da dire. E qualcuno in campo che avrebbe ancora
qualcosa da dire c’è: è Bimbo Binder che non vorrebbe essere ricordato come
quello che ha perso una finale scudetto sbagliando un rigore. Dopotutto adesso è
il centravanti della Germania, 9 presenze e 10 gol; non può uscire da uno
stadio del genere senza aver lasciato il segno, e lo lascerà.
Nel giro dei successivi
otto minuti realizza una tripletta, incluso un rigore, che stavolta non
fallisce, e il gol della vittoria con una punizione potentissima sotto la
traversa a simboleggiare una rimonta prepotente e fortissimamente voluta: 4-3!
Al fischio finale i
giocatori tedeschi circondano l’arbitro accusandolo di aver causato la loro
sconfitta, con particolare riferimento al rigore del pari; ma la partita è
finita e il Rapid Wien è campione di Germania.
Rimane un risultato
storico e irripetibile, che fece diventare il Rapid la prima, e finora unica,
squadra straniera a vincere il campionato tedesco e una delle poche squadre a
vincere il campionato in due nazioni diverse.
Non riuscirà però a ripetersi nelle stagioni successive
concluse rispettivamente al 3°, 6° e 7° posto; magari pagarono l’affronto di
quello storico successo.
Lo Schalke andò in finale
anche l’anno dopo, ancora contro una squadra austriaca, e stavolta vinse.
I nazisti nell’ Operazione
Barbarossa subirono un tracollo simile a quello dello Schalke e nella primavera
del ’45 vennero definitivamente annientati.
Nel 1945/46, alla ripresa
dell’attività dopo la fine del conflitto, il Rapid vincerà il primo campionato del
dopoguerra nell’ Austria di nuovo indipendente.
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