GRIGI!!!! QUANDO ORMAI NON CI PENSAVO PIU'
ALESSANDRIA IN SERIE B
Un titolo che mi ero ormai rassegnato a non veder scritto su
nessun giornale. E invece…
Invece bentornati gloriosi grigi, ben ritrovati in serie B.
Lo spareggio di oggi manda la decisione della quarta promossa in Serie B ai
calci di rigore e consegna l’ Alessandria alla storia.
Era retrocessa dalla serie cadetta nel giugno ’75 dopo un
altro spareggio, perso a S.Siro contro la Reggiana. In mezzo quasi
esclusivamente serie C (C1, C2 e C unica), ma anche il fallimento del 2003 e la
radiazione dai quadri professionistici. Nessun santo in paradiso e la
rifondazione senza il nome, senza la maglia grigia , senza il Moccagatta . E
anche senza tifosi, che boicottarono la nuova società (Nuova Alessandria) per
il primo anno. Poi l’acquisto del titolo sportivo della vecchia società
ricompose tutto ma intanto ci furono due campionati di Eccellenza, il primo
addirittura chiuso all’ottavo posto dietro persino al Castellazzo Bormida in un
girone che sapeva di antico, vinto dalla Novese e con anche Derthona e Acqui.
Sono i miei campionati, magari in un paio di categorie sopra. Ma come diceva lo
striscione di S.Siro ‘Da Trino a Milano per dirti ti amo’ la passione per la
maglia grigia non è mai venuta meno, ha vacillato, ma poi si è ripresa. La
promozione in Serie D arrivò al secondo tentativo. Quella in Serie C tre
stagioni più tardi nel 2007/08, trascinati dal bomber, amatissimo, Fabio
Artico.
E come dimenticare la Coppa Italia 2015/16, l’eliminazione del Palermo, l’incredibile vittoria di Genova ai supplementari, quella di Spezia che valse una semifinale contro il Milan e quel doppio esodo: 18.000 a Torino e 8.000 a S.Siro che sbalordirono l’Italia calcistica dimostrando che ci si può divertire anche con le squadre piccole e l’attaccamento di una città alla sua squadra simbolo, ad una maglia e ad un nome leggendari che affondano le radici nella notte dei tempi del calcio italiano , radici che hanno resistito a tutto.
"Se ci fosse una scuola di football, il maestro ricorrerebbe all' Alessandria per dare l'esempio di una squadra che, pur essendo sistematicamente spogliata dei suoi campioni, non altera lo stile del proprio gioco , l'armonica compatezza dei propri reparti, la dignità del proprio rango sportivo. Partono gli assi e rimane la squadra. Questo significa che l'' Alessandria è viva e vitale. Vuole dire che quello che fa la personalità dell' Alessandria è lo spirito club, è la bontà della scuoa, è l'intrinseca classe del gioco.
Infatti nel '28 quasi vinse lo scudetto non fosse stato per una catastrofica sconfitta a Casale che rese poi vana la vittoria nello scontro diretto sul Torino dell' ex Baloncieri. Per tutti questi motivi passata grandezza c’ero a S.Siro. Ovviamente non credevo al risultato, anche se un minimo ci avevo sperato. Andai per emozionarmi, per partecipare ad un’altra pagina storica di questa squadra antica e del suo seguito, ancora grande e attaccato a quelle passioni di domeniche in bianco e nero, o meglio in grigio e ai nomi che hanno reso cebre questa maglia, da Rivera a Giovanni Ferrari, da Baloncieri a Carcano, da Bertolini a Rava, da Lojacono a Gregucci ad Artico e a Marescalco e che per un giorno rivissero ancora, stavolta a colori. E’ una squadra speciale, lo sarà sempre.
Son contento per il presidente Di Masi, ricordo l’entusielasmo dell’insediamento e la delusione di Firenze nel ’17. Poi il ridimensionamento di rosa e obiettivi di due anni fa. Nonostante le pesanti critiche, frutto a volte della delusione, per me è uno che ci ha sempre creduto in buona fede, uno che la squadra cerca sempre di farla al meglio. Mi ero informato poco in estate e non mi aspettavo molto da questa stagione che fino a dicembre sembrava dovesse riguardare il tenere la zona retrocessione a distanza.
Invece qualcuno era arrivato: Bellodi, Rubin, Mora e Corazza
, bei nomi per la Serie C. ma un rendimento mediocre nella prima parte della
stagione porta all’esonero di Gregucci, un monumento da queste parti, gli
subentra Longo che era a spasso dopo aver salvato il Torino in Serie A. A
dispetto di chi parla male dei cambi di allenatore, Longo ribalta la squadra da
capo a piedi e conduce una bella rimonta che porta i grigi ad un gran secondo
posto finale con la promozione diretta ancora in ballo alla penultima giornata
nello scontro diretto, perso, di Como. Nonostante questo non ho mai riposto
speranze negli spareggi, non vanno mai bene alle squadre che seguo ma, non
potendo andare alle partite ad ogni turno scattava comunque la febbrile ricerca
del risultato. E così i grigi hanno eliminato prima la Feralpi che davvero
pensavo vincesse e poi l’Albinoleffe contro la quale pensai ‘non si può non
passare’.
Infine il Padova, favorito. Dopo lo 0-0 dell’andata ho
pensato per la prima volta ‘taci che forse stavolta ce la fanno’. E gloria è, oggi, in un pomeriggio di caldo
soffocante nella fornace casalinga del Moccagatta. Un altro 0-0 teso, intenso,
forse i veneti han provato un po di più. Ci sono andati senz’altro più vicini,
Jelenic e soprattutto Biasci spaventano i tifosi di casa. Per l’Alessandria da
annotare occasioni per Corazza e un colpo di testa di Mustacchio sventato dal
portiere ospite, alla fine però la partita non si è sbloccata e si è andati ai
calci di rigore. Decisivo quello di Rubin, appena entrato e altro ex-granata.
C’è un filo che lega squadre di un certo tipo. Il risultato è storico.
Vi saluto Grigi in serie B e in bocca al lupo per la
prossima stagione. Saluto il pubblico, mi spiace non esserci stato dopo aver
assistito a più di un ‘quasi’. Ma son
contento, è come se fossi stato li.
Spero che la prestigiosa categoria possa essere onorata
dalla presenza del pubblico che vorrei numeroso e, questo lo è sempre anche
quando sono in pochi, appassionato, e da risultati soddisfacenti. Ben
ritrovati.
Un vecchio e fedele ammiratore.
DUMA FANCIOT!!
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