GRANDI PARTITE DIMENTICATE: LA PIU' GRANDE?
Fa freddo il 9 gennaio 1955 a Budapest, una coltre di mezzo metro di neve ammanta la capitale
ungherese.
Il calcio non è stato risparmiato dal vento normalizzatore del regime. A farne le spese anche i
maggiori club della capitale, dominatori della scena fin dal principio, letteralmente ribaltati negli
assetti societari e nelle denominazioni in un tentativo senza mezze misure di cancellarne i legami
col passato e sradicare il forte senso identitario che da sempre le squadre di Budapest esercitano
sull’ethos della vita cittadina. Nello spazio quasi di una notte, Ferencváros, MTK, Kispest e Újpest,
solo per citare le maggiori, si ritrovano sradicate e rinominate secondo i dettami del potere.
L’MTK, espressione sportiva del ceto medio cittadino a forte componente ebraica, che già aveva
dovuto subire l’onta dell’abolizione totale ai tempi del regime di Miklós Horhty e delle sue leggi
razziali si ritrovò da fine anno del 1949 dapprima sotto il controllo delle industrie tessili
nazionalizzate con il nome di Budapest Textiles SE e quindi, l’anno dopo, sotto quello diretto dell’
AVH, la spietata polizia politica segreta staliniana con il nome di Budapest Bástya SE ed infine con
quello definitivo (per i controllori di regime) di Budapest Vörös Lobogö, Bandiera Rossa Budapest
in italiano. I colori trasformati dal molto poco opportuno bianco-azzurro di origine ebraica al più consono rosso.
Parallelamente il Ministero della difesa acquisì il Kispest AC, con relativo cambio di nome
imposto in Honvéd SE (il nome dell’esercito ungherese durante l’Impero asburgico), e impose al grande Fradi di cedere i migliori giocatori a quest’ultima
squadra che sarà al centro del rivoluzionario progetto di Gustav Sebes per la realizzazione di una
nazionale il più forte possibile.
I fatti provarono poi le regioni di Sebes dal punto di vista sportivo, e
anche quelle del regime che riuscì a mettere in ginocchio il Ferencvaros. Ma non il suo seguito che
continuò ad essere di gran lunga il più numeroso d’Ungheria.
Così nell' inverno 1950 Sándor Kocsis, testina d’oro, prese la via di Kispest, insieme a Zoltán Czibor, il re del centrocampo e Laszlo Budái, suo collega di linea. Ferenc Deak, che con Kocsis aveva composto una coppia di
attacco atomico fin dal ‘46, convinto patriota e antagonista del regime, fu prima arrestato e poi
mandato a giocare in terza serie in mezzo alla puszta. Decapitato, il grande Fradi non è più in
grado di reggere il passo di Honved e MTK e si ritrova relegato a stagioni nelle posizioni di rincalzo
sotto il nome di Budapest Kinzisi,dal nome di Pal Kinizsi, il vincitore (e sterminatore) dei turchi a
Breadfield nel 1479, anche qui emblematico.
Questo il quadro della rivoluzione in ambito sportivo, che procedeva di pari passo con tutto il
resto, voluta dal partito comunista che tolse il comitato olimpico nazionale, da cui dipendeva la
federazione calcio, dal controllo del ministero della cultura per porlo direttamente alle
dipendenze del governo, dimodochè il controllo potesse essere diretto e, in caso di necessità,
immediato.
Ultimo passo: la rivoluzione del calendario, forse in omaggio agli usi sovietici in cui la
stagione andava da marzo a novembre, sicuramente meno influenti le considerazioni sugli inverni
ungheresi. A partire quindi dal 1950 i campionati si svolgono nell’anno solare, dai primi di marzo ai
primi di dicembre.
Il campionato 1954 è partito con due grandi favorite: Vörös Lobogö campione in carica e Honvéd,
con in squadra più di mezza nazionale e vincitore nel 1950 (due volte) e nel 1952.
Perché dunque ci occupiamo del 9 gennaio 1955 se stiamo parlando del campionato 1954. I motivi
sono vari, la ragione una sola, c’era una partita da recuperare.
Lo svolgimento del campionato sull’anno solare, andò a sbattere contro le consuetudini delle
stagioni sportive e il 1954 era anno di mondiali. L’Ungheria era attesa alla rassegna quale favorita
assoluta, dopo la doppia demolizione degli inglesi avvenuta tra l’autunno del ’53 e la primavera
seguente e una favolosa striscia di risultati che datava dal giungo 1950 e recitava 25 vittorie, tre
pareggi in 28 incontri e un oro olimpico colto nel mentre a Helsinki nel 52.
La preparazione e la partecipazione al mondiale caddero precisi in mezzo alla stagione. Due furono
le squadre che contribuirono maggiormente alla rosa ungherese , la Honved con otto giocatori e il Vörös Lobogö
con cinque, tra questi tredici vi erano comunque dieci degli undici titolari. Le autorità sostenevano
Sebes e il suo progetto per la nazionale invincibile, cui mancava ora solo l’alloro mondiale per
confermarsi la più grande squadra di ogni tempo. Questo successo avrebbe potuto essere poi sfruttato del
regime in termini di propaganda per ribadire la superiorità del sistema e della gioventù socialista in
termini di moralità e capacità fisiche, tecniche e mentali rispetto ai decadenti occidentali.
Vennero quindi imposti al campionato rinvii a catena delle partite delle squadre con nazionali in
rosa.
Il mondiale andò come sappiamo e i propositi propagandistici del regime sulla superiorità della
gioventù comunista sui rammolliti e decadenti coetanei occidentali dovettero essere riposti negli
armadi degli uffici governativi (con grande smacco). Quando il campionato riprese ci fu dunque un
grandissimo ingorgo di calendario tra giornate da svolgere, giornate da recuperare e partite da
recuperare.
A metà novembre, a due giornate dal termine, la Honvéd doveva ancora giocare dieci
partite delle ventisei in programma, il Vörös Lobogö sei.
Ulteriore complicazione per l’ XI dell’esercito, l’amichevole di metà dicembre a Wolverhampton
passata poi alla storia per la sconfitta e l’autodichiarazione degli inglesi a campioni del mondo
(sulla base dell’aver battuto i migliori al mondo che gli avevano dato 13 gol, a 2! in due partite e
dimenticando, come spesso fanno, che i campioni del mondo veri erano altri, l’Uruguay nella
fattispecie, con conseguenti reazioni di parecchi altri, tra i quali il celebre Gabriel Hanot che
rinfacciò loro di essersi dimenticati di battere almeno un altro paio di squadre, Real Madrid e
Milan; questi ultimi avevano pure battuto la Honved 3-2 a Milano in luglio. Insomma una
serata epica e scaraventata nel mito del calcio mondiale perché gettò i semi per la nascita della
futura Coppa dei Campioni che vedrà la luce all’inizio della stagione seguente.
Tornando a Budapest la spaventosa congestione del calendario fece si che la Honved, al rientro
dall’Inghilterra, scendesse in campo per concludere quel caotico campionato 1954, il 19 il 26 e 31
dicembre e poi ancora il 5 gennaio. Per contro il Vörös Lobogö giocò il 19, il 22 e il 26 dicembre e il
5 gennaio. Il 9 gennaio poi era in programma lo scontro diretto.
La stanchezza presentò il conto agli uomini di Jenő Kálmar che persero tre dei cinque recuperi in
programma, incluso un catastrofico e sfavillante 4-5 in casa contro il Budapest Dózsa (Újpest), ma per i risultati degli avversari diretti gli sarebbe bastato un pari nella trasferta contro il Vasas Izzó
per vincere il campionato prima del recupero dello scontro diretto. Ci riuscirono, strappando un 2-
2, forse non all’altezza della loro fama ma efficace e aritmetico.
Kálmar si dichiarò soddisfatto e
riconobbe che non fu forse la miglior prestazione - magari i festeggiamenti del capodanno
influirono, ma dopotutto bastava un pareggio – affermò nel dopopartita.
Prossima fermata il derby, privo di valore per l’assegnazione del titolo ma pur sempre la partita tra
le due squadre migliori del Paese, e tra le migliori al mondo.
Numerose le defezioni dovute alla
maratona natalizia, da far invidia a quelle inglesi. Grocsis, Budai e Czibor fuori per i neocampioni e
Gellér, István Kovács, Palotás e Zakariás assenti per la Bandiera Rossa. Tutti titolari nella finale
mondiale persa il 4 luglio e pilastri dell aranycsapat. Presenti però altri dieci titolari tra cui i due
bomber principe di quella nazionale, Ferenc Puskás e Nandor Hidegkuti.
Venne il 9 gennaio e con esso un mucchio di neve. Ingenti cavallate di neve spalata erano
accumulate ai bordi del rettangolo verde del venerando Üllői út, casa espropriata del recalcitrante
ma ormai piegato Ferencváros, ora Kinzisi.
L’orario della partita, le undici del mattino fa già presagire ad un contesto che possa definirsi insolito, non influì comunque sull’afflusso di pubblico e in circa venticinquemila accorsero sugli
spalti per assistere ad una contesa che prometteva scintille.
I due allenatori dichiararono che le squadre avrebbero dato il meglio per dar vita ad un incontro di
grande livello, l’attesa creata dunque era notevole. Nessuno dei presenti avrebbe mai immaginato
però cosa li aspettava.
Fedele al clichè che li contraddistingueva da un quinquennio, la Honved, come l’Ungheria, partì a
razzo, triangoli rapidi, verticali, a velocità vertiginosa e, già al 3,’ va in vantaggio con Tichy lesto a
insaccare con un tiro potente una corta respinta dei difensori del Vörös Lobogö. Che non stà a
guardare e reagisce: Hidgkuti pareggia su punizione e poi Sándor realizza una doppietta in rapida
successione. Al 19’ il Vörös Lobogö è in vantaggio 3-1!
Al 24’ Kocsis riduce le distanze, ma la difesa dei campioni è letteralmente fatta a pezzi dalle
continue incursioni di Sándor che imperversa all’ala in lungo e in largo. Fino a quando Gyula Lóránt
decide che ne ha abbastanza e lo scalcia con violenza mentre è lanciato in velocità, facendolo
volare dolorante in mezzo alla neve. Il corrispondente di Nemzeti Sport parlò di brutale intervento
da espulsione, ma l’arbitro sorvolò.
Una brutta tegola per il Vörös Lobogö che deve rinunciare al
suo miglior giocatore, il migliore in campo fino a quel momento, che viene sostituito. Poco dopo
viene sostituito anche Lóránt, opportunamente, il pubblico, inferocito, minacciava seriamente di
farsi giustizia da solo!
Il Vörös Lobogö però accusa il colpo e senza Sándor i palloni faticano a salire e a stare alti. L’idea di
Lóránt ha funzionato e la Honved si scatena, tra il 32’ e la fine del primo tempo va a segno cinque
volte, tripletta di Puskás in quattro minuti, capovolgendo il risultato da 2-3 a 7-3!
Alla ripresa ancora Honved, al 3’ Puskás porta i suoi sull’ 8-3 con una gran fucilata all’incrocio da
oltre venti metri.
E’ una questione di orgoglio adesso. Il Vörös Lobogö non ci stà, è una grande squadra, piena di
campioni e non accetta l’umiliazione. Hidegkuti accorcia per l’ 8-4 prima che il grande Kocsis infili
un’altra palla in rete fissando il 9-4 allo scoccare dell’ora di gioco. Per i parametri attuali
sembrerebbe che stessero giocando da un paio di giorni!
Finita? Per niente.
Nandor Hidegkuti è un giocatore di immenso talento e grandissima personalità, Marton Bukovi seduto in panchina un maestro del calcio, non solo ungherese, e un convinto sostenitore della
forma fisica, che adesso viene fuori. Il Vörös Lobogö, caparbiamente spinge a tutta dando fondo
alle energie residue, superiori a quelle avversarie, e schiaccia la Honved in trenta metri, uno
spettacolo. A guidare l’assalto Hidegkuti che nel giro di dieci minuti serve prima a Kárász la palla
del 5-9 e poi realizza una doppietta che fissa il risultato sul 7-9. Che non cambierà più e rimane
nella storia come la partita più pazza nella storia del campionato ungherese.
Pari invece il conto per i grandi frombolieri: Puskás 4-4 Hidegkuti.
Fu una disfatta per le difese o una splendida dimostrazione di forza del gioco d’attacco?
Probabilmente entrambe le cose.
Tatticamente le squadre erano disposte in modo speculare
secondo il WM inglese, 3-2-2-3 direbbero i saputelli oggi, schema rigido e necessitante di notevole
dispendio energetico, specialmente per i due centrocampisti a protezione della difesa. In una
disposizione simile, la linea a tre difensiva, composta da elementi fisicamente prestanti ma statici,
se poco coperta dai due di cui sopra, corre sempre il rischio di vedersi infilata, a maggior ragione
quando le linee d’attacco avversarie sono composte da autentici draghi, come quel giorno.
Si potrebbe argomentare se, visto il livello del calcio in Ungheria negli anni '50 e i protagonisti in
campo, non si sia trattato della più grande partita di ogni tempo, almeno a livello di club.
Senz’altro lo fu in Ungheria.
Budapest, Üllői út , 9 Gennaio 1955
Nemzeti Bajnokság I, 1954
Recupero della 6a giornata
BP. VÖRÖS LOBOGÓ 7 (3) – 9 (7) BP. HONVÉD
Vörös Lobogó: Fecske – Kovács Jó., Börzsei, Lantos – Kovács I., Kovács F. – Sándor (Gál), Kárász,
Hidegkuti, Arató, Molnár J. Allenatore: Bukovi
Honvéd: Sántha – Rákóczi, Lóránt (Palicskó), Kovács Já. – Bozsik, Bányai – Machos, Kocsis, Tichy,
Puskás, Babolcsay Allenatore Kalmár.
Arbitro: Pósa
Reti: 3' e 44' Tichy (H), 7', 55', 75' e 81' Hidegkuti (VL), 8' e 19' Sándor (VL), 24' , 32' e 59' Kocsis (H), 34', 36', 38 e 48' Puskás (H), 71' Kárász (VL)
Spettatori: 25 000
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