ASPETTANDO IL MONDIALE: PALLONI

 INTRO 

Da sempre al centro dell’attenzione suo malgrado, l’attrezzo usato per il gioco del calcio gode di grande notorietà, ma passa praticamente inosservato durante lo svolgimento delle partite. Ce ne occupiamo oggi, passando in rassegna i palloni che hanno caratterizzato i tornei mondiali. Charles Goodyear brevetta la gomma vulcanizzata nel 1836 e nel 1855 fabbrica il primo pallone in gomma (foto sotto), prima di allora la sfera (iniziale) di cuoio andava a ricoprire una vescica di maiale che dopo poco tempo assumeva le forme più disparate tendenti all’ovaloide. 



Nel 1862 l’inglese HJ Lindon fabbricò la prima camera d’aria per palloni di cuoio, ma solo nel 1872 la Football Association stabilì le dimensioni dei palloni: circonferenza da 27 a 28 pollici e peso di peso da 13 a 15 once , portato da 14 a 16 nel 1937. La produzione di palloni su scala industriale cominciò dal 1888 in corrispondenza con la fondazione della lega professionistica inglese, tra i primi produttori Mitre, la più antica ditta produttrice di palloni al mondo (fondata nel 1817) con sede a Huddersfield e Thomlinsons il cui modello ‘T’ uscito dagli stabilimenti di Glasgow è stato tra i più usati e qualitativamente migliori palloni del periodo ante-guerra. 

MONDIALI Non si conosce molto dei palloni usati durante la prima edizione della Coppa Rimet nel 1930, ma quello che si sa per certo è che per la finale argentini e uruguayani non si trovarono d’accordo su quale pallone usare, venne deciso così di usarne due diversi, uno fornito dagli argentini per il primo tempo, che chiusero in vantaggio per 2-1, e l’altro fornito dagli uruguayani per il 2° tempo e risultato finale di 4-2 in loro favore. Entrambi marca Tiento, qui sotto uno dei due usati nella partita.


Per l’edizione della Coppa Rimet del 1934 vennero usati palloni modello ‘Federale 102’ prodotto dalla ECAS (Ente Centrale Approvvigionamento Sportivi) di Roma, ancora in cuoio colore naturale. Federale 102 Allen, modello ‘Allen Parigi’ fabbricato in Francia fu invece il pallone della III Coppa del Mondo in Francia nel 1938 


Alla ripresa delle attività mondiali dopo la II guerra mondiale troviamo l’Allen‘Super Duplo T’ pallone ufficiale della Coppa Rimet del 1950 giocata in Brasile. Prodotto dalla brasiliana Superball per conto della FIFA, sarà l’ultimo pallone tinta naturale sebbene più chiaro, usato in un mondiale. L'introduzione dei palloni bianchi nel 1951 cambierà per sempre l’aspetto del tanto ammirato attrezzo dopo circa un secolo. 



Per il Mondiale ospitato in Svizzera nel '54 infatti, la casa produttrice Kost Sport di Basilea produce il Swiss World Champion, giallo, sempre a righe, nella foto saldamente tra le mani del portiere campione del mondo.






Fedele alla tradizione del paese ospitante, la Svezia produce il pallone del mondiale 58, quello della consacrazione di Pelè , il modello Top Star della S.L.R. anche questo giallo. 

Modello Industriale n°607 Crack per il Mondiale cileno del 62, sempre in cuoio, ancora giallo, la forma dei pannelli cuciti, cambia, stavolta sono esagoni e quadrilateri arrotondati, vince ancora il Brasile che non sembra preoccuparsi più di tanto della forma dei palloni. E’ fabbricato dal produttore cileno Custodio Zamora in Santiago. 

Il pallone del mondiale del ’66 in Inghilterra è l’ultimo in era pre-Adidas, , l’inglese Slazenger produce il ‘Challenge’ pallone di cuoio a strisce fu usato in diverse colorazioni , arancione nella finale. 



ERA ADIDAS 

Il pallone Adidas Telstar fu creato per la Coppa del Mondo del 1970 in Messico, vinta dal Brasile sull’Italia in finale, fu il primo a pentagoni bianco-neri, il pallone ‘classico’ come lo definiamo noi bambini-ragazzini degli anni 70. Il nome Television Star gli venne attribuito proprio in omaggio alle riprese televisive, allora principalmente in bianco e nero, che ci si proponeva di migliorare con un opportuno modello di pallone, la struttura formata da 12 pentagoni neri e 20 esagoni bianchi permise anche un miglior raggiungimento della forma sferica rispetto ai modelli precedenti a strisce. 


Fu riproposto nella versione Duralast per il mondiale successivo di Monaco 74, nel quale cambiò invece il trofeo, vistA l’aggiudicazione della Coppa Rimet al Brasile dopo la terza vittoria e la creazione del nuovo trofeo FIFA World Cup. 

 Nel 1978 Adidas ormai leader indiscusso nella produzione mondiale di palloni British Isles escluse, rivoluziona il look del pallone a pentagoni sovrapponendo una suggestiva cornice a 12 cerchi per il modello Tango, da usare al Mundial 1978, probabilmente il miglior pallone mai prodotto, in ogni caso il migliore fino a quel momento. 


Il successo anche commerciale fu clamoroso, verrà riproposto quattro anni dopo come Tango Espana 82 e sarà per sempre legato nei ricordi dei tifosi italiani all’indimenticabile impresa degli azzurri di Bearzot, incredibili quanto meritieri vincitori di quel mondiale. Per le edizioni successive Adidas presenta variazioni sul tema di Tango con Azteca (Mexico 86), Etrusco (Italia 90), Questra (USA 94), Tricolore (Francia 98), fino al controverso Fevernova per il mondiale nippo-coreano del 2002 che mandò definitivamente in pensione tra un mare di polemiche il pallone di cuoio. 
Era costituito da 11 diversi strati, uno dei quali di schiuma poliuretanica e da una ricopertura sottile in materiale poliuretanico atto a rendere più stabile le traiettorie aeree della sfera, che risultarono però imprevedibili rispetto alla sfera di cuoio, Buffon lo bocciò come pallone ridicolo con rimbalzi da pallone per bambini (Super-Tele), i brasiliani lo stroncarono: troppo grosso, troppo leggero e che saltava troppo, Rivaldo fece commenti tremendi,sembrava non fossero più in grado di calciare, e vennero eliminati anzitempo .Il fatto rivoluzionario fu che la struttura della sfera aveva ora più massa dei palloni precedenti per cui se calciato opportunamente al punto in cui gli altri cominciavano a perdere potenza nelle traiettorie, questo aumentava la velocità, ma il controllo era impossibile rispetto a prima, il calcio ad effetto dovette essere rivisto. 






 Mantenne la struttura a pentagoni e ruppe il design Tango-derivato a favore di una stella ninjia stilizzata . La tradizione è andata ripetendosi e per ogni torneo mondiale viene presentato un pallone nuovo, chiaramente l’impatto è molto meno efficace sul pubblico rispetto a 30 anni fa. Oggi in tempi in cui ogni competizione ha un pallone suo proprio, dalla Champions League alla Serie D, l’aspetto del pallone da gara è stato banalizzato dalla commercializzazione, con annessa caduta di stile nel design che oggi fa appeal su masse sterminate di bambini under 11 e incompetenti afro-asiatici, confesso di aver perso interesse ormai da parecchi anni. Ci sono stati ad ogni modo Teamgeist (Germania 06) decente, Jabulani (Sud Africa 10) totalmente inaffidabile. Posso tranquillamente affermare che ha falsato il risultato di alcune partite. Quindi buon ultimo l'inguardabile Brazuca del '18.



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