DORTMUND '74 Olanda-Brasile



DORTMUND '74   Olanda - Brasile

Un tentativo di successione al trono violento. Uno scontro che trascese la sfida calcistica e finì per andare all’osso della questione: lo scontro tra due culture, due stili di vita diversi e due modi di intendere il calcio opposti.
La partita tra Brasile e Olanda al mondiale del ‘74, oltre a decidere la finalista finì per essere la partita più violenta mai vista ad un mondiale.
La formula della X Coppa del Mondo prevedeva, dopo una prima fase a gironi in cui le prime due di ciascuno dei quattro gironi da quattro squadre andavano avanti, una seconda fase con due gruppi da quattro: le due vincenti si sarebbero disputate la finale, le due seconde classificate quella per il 3° e 4° posto.
In virtù dei risultati fin lì registrati, la partita dell’ultimo turno del gruppo A tra Brasile e Olanda avrebbe designato la finalista, come in una semifinale secca. O quasi, il Brasile aveva come risultato utile solo la vittoria, all’Olanda sarebbe bastato  il pari.
Gli ingredienti per una partita memorabile c’erano tutti: da una parte i brasiliani campioni uscenti, certo non più la squadra che aveva incantato il mondo quattro anni prima. 
Erano rimasti solo Rivelino, forse al suo apice, e Jairzinho forse un po spento: due fenomeni ad ogni modo. Comunque i nuovi Dirceu, Francisco Marinho, Luis Pereira, Carpegiani e il capitano Mario Marinho eran tutti grandi giocatori. Gli mancava un grande attaccante, questo si; Roberto Dinamite sarebbe andato benissimo.
Di fronte, i pretendenti numero uno al loro scettro, il nuovo verbo calcistico: l’ Olanda totale di Michels e Cruyff, sulla via della consacrazione definitiva. Dominatori in Europa a livello di club negli ultimi quattro anni, nonché celebrati da mezzo mondo come la nuova verità, la bellezza calcistica in terra: il Vangelo secondo Neeskens.                                                                         
Fu una partita memorabile, ma non proprio per i motivi che tutti si sarebbero aspettati.

Luglio ’74, l’estate tedesca non è foriera di clima soleggiato, la giornata è grigia e minaccia pioggia. Gli spalti sono gremiti da una folla strabocchevole: il contingente arancione al seguito dell’Olanda è numerosissimo, la distanza da casa non è poi molta.
Il Brasile comincia meglio. Sono, si può obiettare finchè si vuole ma è così, tecnicamente migliori degli avversari (a parte un paio) e creano le prime occasioni della partita. Dirceu manda fuori di un soffio a tu per tu col portiere dopo un quarto d’ora. L’Olanda fa pressing sui portatori di palla brasiliani già nella loro trequarti ma non gli riesce molto bene. In aggiunta, quando riescono a rubar palla, la buttano via con lanci lunghi nella metacampo brasiliana vuota, facile preda dei difensori brasiliani che ripartono a giocar da dietro. Calcio totale zero.

Poi cominciano le legnate: Ze Maria a piedi uniti sulle caviglie di Neeskens. Suurbier su Luis Pereira. Neeskens spinge con violenza da dietro Valdomiro che rotola a terra. Van Hanegem in scivolata piede a martello sulla caviglia di Rivelino che lo salta (grandissimo), fa un tunnel a Jansen il quale lo atterra con una gamba tesa. Peres da una violenta spallata a Neeskens lanciato in corsa facendolo stramazzare a terra. Tackle a forbice sulle caviglie di Paulo Cesar da parte di Van Hanegem. Mezzo placcaggio di Krol su Paulo Cesar, poi ancora Krol che entra in volo con due piedi sulle caviglie di Luis Pereira. Ostruzione di Peres su Suurbier lanciato in area. Rivelino scalcia da dietro Van Hanegem che tenta di restituire la pedata e si prende una spallata che lo manda a terra. Calcio da dietro di Valdomiro a Cruyff.
Poi quasi alla fine del primo tempo il primo dei due capolavori del crimine: lancio per Cruyff inseguito da Luis Pereira, l’olandese controlla in corsa splendidamente e si avvicina al limite allargandosi verso la bandierina. Luis Pereira lo rincorre ma è in ritardo netto e lo placca magistralmente con gesto tecnico che a Twickenham sarebbe valso solo applausi e magari la nomina a man of the match; qui, giustamente, cartellino giallo.
Si chiude il primo tempo: calci totali!

Secondo tempo, si è messo a piovere:
Rivelino ubriaca Neeskens che lo stende con un tremendo gamba tesa. Peres e Neeskens entrano insieme a gambe tese, fortunatamente tutti e quattro i piedi finiscono sulla palla che carambola verso la linea laterale dovè c’è Valdomiro che controlla, ma sopraggiunge Krol che lo falcia da dietro. Di nuovo Krol (quanto picchia!) da dietro su Valdomiro. Jensen ha qualcosa da dire a Rivelino che, quando questi gli arriva appresso lo spinge per terra con disprezzo e poi lo manda a a quel paese. Rijsbergen a piedi uniti su Jairzinho: violento. Peres stende Rensenbrink con una spallata in uno contro uno da rosso diretto, niente. Rivelino falciato da dietro da Van Hanegem a centrocampo. Francisco Marinho in velocità salta due avversari in dribbling e avanza sull’out destro, giunge nei presi dell’area e Suurbier lo falcia; rotolando a terra il brasiliano gli molla una pedata, l’olandese gli molla un pugno. Pugno in testa di Rivelino a Jensen. Rivelino evita un entrataccia di Jensen saltando, sopraggiunge Rensenbrink che non c’entrava niente e gli da un culata, Rivelino resta in piedi e da una culata a un altro olandese che gli si era avventato contro per abbatterlo; infine un terzo olandese cerca di sferrargli un calcio volante, lo manca, vola a terra e si finge morto perché nel frattempo è arrivato l’arbitro che ha visto tutto. Poi grande azione Rivelino-Valdomiro con doppio triangolo, Rivelino stà per scartare Suurbier che lo atterra con una gomitata.
Quindi secondo capolavoro del crimine: Neeskens, palla al piede evita Rivelino e fugge verso l’out sinistro, sopraggiunge Luis Pereira che lo falcia da dietro senza pietà e stavolta gli fa male. Qui l’arbitro estrae il cartellino rosso (diretto, mi pare); quindi show del terzino brasiliano che uscendo si becca una sequela di insulti dai tifosi olandesi piazzati li sopra. Scortato da un paio di compagni si prende la maglietta in mano e la agita verso chi gliene stà dicendo di tutti i colori e poi alza freneticamente le mani e le agita, quasi fosse una macumba, facendo con entrambe il segno ‘tre’: tre mondiali ha vinto questa maglia, tre; voi zero (e zero resteranno). Poi lascia perdere e entra nel tunnel degli spogliatoi, gli inservienti dello stadio fanno cenno verso gli spalti di non lanciare oggetti in campo.

In mezzo a tutte ‘ste botte si giocò anche una partita.
L’Olanda esibì il suo lato peggiore: il pressing alto che costringeva spesso i portatori di palla avversari a buttarla via o a retrocedere  chiudendo loroogni sbocco e il sistematico ricorso al fuori gioco esasperò i brasiliani molto di più dei calci, ai quali erano sicuramente abituati, mandandoli in corto circuito mentale e facendogli perdere la pazienza. 
Calci che comunque gli olandesi menarono per tutto l’incontro, cominciando per primi ed usandoli come arma tattica, ad ogni entrata, ad ogni intervento.
Il Brasile cercò di giocare la pallacome sempre, sfruttando il campo per costruirvi manovre rasoterra, geometrie e fasce laterali. 
Gli olandesi, forti di risorse fisiche e mentali che i brasiliani sicuro non avevano, questo gli va riconosciuto, giocarono novanta minuti fisici di anticalcio. 
Certo ci fu altro, ma la provocazione sistematica, al limite del regolamento e degli usi e costumi dell’epoca, vinse la partita ben prima che Neeskens ficcasse in rete il primo pallone.
Sottolineerei comunque il ruolo a tutto campo di Cruyff e il portiere che agiva da libero aggiunto trent’anni prima degli altri.
Due occasioni gol fallite clamorosamente dal Brasile da distanza ravvicinata nel primo tempo su giocate di Rivelino. Due i gol, entrambi per l’Olanda, entrambi nella ripresa.
Al 50’ Neeskens riceve sulla tre quarti e allarga per Cruyff che gli chiude un gran triangolo, la palla torna verso Neeskens che si fionda in area, anticipa in scivolata  Luis Pereira e con un pallonetto scavalca Leao.
Gli olandesi che fin li avevano combinato poco, si mettono anche a giocare un po. 
Il Brasile reagisce, costruisce gioco, ma è regolarmente frustrato dal fuorigioco e dalle scarpate, il nervosismo aumenta.
Al 65’ Rensenbrink, in sospetto fuori gioco, controlla appena al di la della metà campo e serve lungo linea Krol che fila verso il fondo e crossa al centro per Cruyff che chiude i conti con una meravigliosa spaccata volante spiazzando Leao.
Per il Brasile si spegna luce. Ci provano ancora, ma la convinzione viene meno mentre il nervosismo aumenta ancora; comunque a momenti segnano. L’Olanda ha buon gioco nel controllare e nel distendersi in contropiede.
Le botte continuano fino al triplice fischio di Herr Tschenscher, al quale vanno i miei complimenti per averli fatti giocare fino al novantesimo. Non perse mai la testa e dispensò solamente tre cartellini gialli e uno rosso, tutti meritati; di gran lunga il migliore in campo.
E grandissimi tutti i ventidue in campo che si diedero legnate tremende senza mai trascendere; segno di un certo tipo di sportività andato ormai definitivamente perduto, fatto di rispetto, animosità tenuta a bada da un'educazione antica e voglia di prevalere.
Ne uscì una grandissima partita, una delle migliori mai giocate, migliore della finale stessa e una delle migliori che io abbia mai visto.
La successione al trono non fu completa e lo scettro passò in mano, con merito, ai tedeschi.


Dortmund, Westfalenstadion - 3 luglio 1974

X Coppa del Mondo FIFA, Secondo Turno, Terza Giornata

Olanda 2-0 Brasile

Olanda: Jongbloed ; Suurbier, Haan, Rijsbergen, Krol; Jansen, Van Hanegem ,Neeskens (85 Israel); Rep, Cruijff, Rensenbrink (67 de Jong)

Brasile: Leao ; Zè Maria, Mario Marinho, Luis Pereira, Francisco Marinho ; Carpegiani, Rivelino, Paulo Cesar (61’ Mirandinha); Valdomiro, Jairzinho, Dirceu

Arbitro: K. Tschenscher (BRD)
Marcatori: 50’ Neeskens (O), 65’ Cruyff (O)
Espulsi:  84’ Luis Pereira (B)
Spettatori: 53.700















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