MODELLO INGLESE: Newcastle United



Una serie di scritti con argomento quello che i media da anni additano come il modello da seguire, la nuova verità del pallone: Il Modello Inglese, uno slogan sbandierato spesso a vanvera.
Cominci dall' ultimo in ordine cronologico.

L’epidemia in corso ha cancellato quello che restava in programma per la stagione calcistica 2019/20.
Non essendoci più notizie dai campi, centri di allenamento stadi etc per mancanza di avvenimenti, le notizie trattano perlopiù di notizie legate all’aspetto economico della faccenda, anche quando riguardano eventuali paventate riprese.
In Inghilterra stà creando costernazione l’accordo per la cessione del Newcastle United dall’attuale odiatissimo e contestatissimo proprietario Mike Ashley, al Fondo Pubblico statale dell’Arabia Sudita (PIF).
Il 14 aprile, le notizie davano l’affare per fatto, prezzo circa 300 milioni di sterline. 
L’ operazione è stata orchestrata da Amanda Staveley, una businnesswoman già coinvolta in parecchie operazione del genere incluso l’acquisto del Manchester City da parte dello scieicco Mansour.
I grattacapi causati oltremanica dall’operazione sono di tre tipi.
Il primo è legato all’acquirente, soggetto assai (e probabilmente a ragione) discusso, lo Stato Saudita noto calpestatore di diritti umani in patria e ovunque riesca ad arrivare.
Brevemente: un  giornalista saudita dissidente, Jamal Khashoggi , è stato ucciso all’interno dell’ ambasciata saudita ad Istanbul, a quanto pare la CIA ha dichiarato Mohammed Bin Salman, che del PIF è a capo, essere il mandante dell’assassinio.
Assassinio per il quale Bin Salman ha poi condannato a morte cinque persone in Arabia Saudita che, se fosse vero che il colpevole è lui, creerebbe un altro enorme punto interrogativo sulla questione diritti umani n quel paese.
Amnesty International chiede per tramite del proprio direttore UK che i valori e il prestigio della PL e del calcio inglese non diventino una sorta di scudo immunitario per chi lo vuole usare per nascondere le gravi violazioni di diritti umani e leggi internazionali ed esorta i dirigenti della PL a controllare bene chi ci sia dietro a questa operazione. Questa è una protesta che stà facendo parecchio rumore tra l’opinione pubblica britannica e, invero, è imbarazzante.
Chiaro il tentativo dello stato saudita di operare quel che nel Regno Unito è ormai noto come sportwashing e cioè il lavarsi la cattiva reputazione davanti agli occhi dell’occidente comprando squadre di calcio, o altre istituzioni sportive o ospitare manifestazioni sportive di grande prestigio (vedi la sciagurata Supercoppa Italiana, ma si può?). 
Chiaro che in fondo pensino anche che, in maggioranza, qui in occidente noi si sia dei coglioni gabbabili con il calcio. Ed in parte han ragione, mi ci metto dentro un po anche io.
Ci sono poi le accuse di BeINSport, emittente qatariota titolare dei diritti di streaming e tv per il medio oriente che ha versato nelle  casse della PL 400 milioni di sterline per il triennio in corso, che punta il dito contro i sauditi accusandoli di essere i finanziatori di beoutQ , sito pirata che trasmette in streaming la PL in medio oriente. BeINSport ha chiesto alle autorità della PL di salvaguardare meglio i propri finanziatori titolari di diritti televisivi. 
E qui trattandosi di milioni di sterline,tanti,  la questione è arrivata al parlamento dove Clive Betts, presidente della commissione interparlamentare sul  calcio ha esortato il governo di Sua maestà a prendere posizione sulla questione considerandola di primaria importanza.
I sauditi negano, ma le evidenze sono nette; Betts ha aggiunto: “ Il governo ha responsabilità”. Il timore è ovviamente che BeINSport receda  dal contratto facendo perdere alla PL ingenti somme.
La cosa mi diverte perché primo: due attori provenienti da un’area geograficamente remota e soprattutto estranea al Northumberland, dove si trova Newcastle, e al Regno Unito stanno questionando sul campionato inglese e sulla squadra del Northumberland. 
Di calcio ovviamente non san niente. Sportwashing, o business al massimo.
Secondo: un parlamentare invoca l’intervento del governo. Di questi tempi, e visti i ragionamenti espressi da alcuni (pochi) esponenti del mondo del calcio e di altri sport professionistici,  mi chiedo perchè questo poverino non approfitti dell’occasione per puntare il dito sul vero problema del calcio in generale,  inglese in particolare, ovvero gli stipendi dei calciatori che rendono necessari contratti televisivi esorbitanti sottoscritti da emittenti che stanno  ai quattro angoli del pianeta e che poi rischiano di incidere pesantemente sull’andamento delle squadre inglesi con logiche avulse alla realtà delle comunità all’interno delle quali i club operano. La cosa vale anche per l’Italia, la Spagna etc…un po meno per la Germania.

Quindi, e veniamo al terzo tipo di grattacapi: quelli dei tifosi che sono lì ad aspettare che i sauditi comprino per poi spendere un’  altro mezzo miliardo di sterline per portare il Newcastle ai vertici del calcio inglese ed euro mondiale ed esultare ed esaltarsi per le future vittorie, che spero non arriveranno mai. Mi fanno pena.

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